
Avevo sentito, non so dove, il pezzo Sea Change. Quello che pensai fu: sono ritornati, sono loro, inconfondibili ma non per questo stantii, sono i Turin Brakes, che tornano con Outbursts in questo 2010 che mi vede cacciatore di novità. La sonorità è quella che li ha fatti conoscere, un continuo dondolarsi tra quello che all'inizio del millennio si sarebbe chiamato new acoustic movement, lo staccare la spina dall'amplificatore e tornare a giri di chitarra e voce, permettendo alla musica di fare il suo lavoro originario: emozionare, banalmente; e la classicità delle corde, omaggi continui a Bob Dylan e Jeff Buckley tanto per dire. Eppure il viaggio procede senza brakes, senza freni, tra esplosioni (outbursts) dolci di suoni e parole, che accompagnano l'ascolto di pezzo in pezzo. Non credevo che li avrei risentiti, eppure, eccoli qui, e dirci che if we don't do it, everybody else will - ricordandomi un più antico everybody else is doing it, so why can't we?
Turin Brakes, Outbursts (2010)
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