La notizia del giorno a Milano è che gli automobilisti sono un popolo di repressi sessuali e che le mamme sono inacidite pre-suffragette. Questa della denuncia del maxi poster di Belen in mutande è una notizia che lancia l'allarme su vari aspetti dell'italianità media, quella fra anulare e indice.
L'indice. Quello delle mamme (mogli), rivolto ai propri mariti ormai succubi e sudditi del voyeurismo da Studio Aperto. All'urlo di "Chi penserà ai bambini?" è evidente la difesa dell'incapacità di educare lo sguardo dei propri figli. E come diceva Shun di Andromeda, «la migliore difesa è l'attacco». Attaccare la moralità irrisoria del mondo della pubblicità e dello sfruttamento dell'immagine in un periodo così vicino alle sante festività invernali. Invocare la pedagogia da strada - letteralmente: il potenziale pedagogico e violento di un cartellone pubblicitario "subìto" dal passante. Tutto in nome di quello sfuggevole concetto di appropriatezza che è impossibile definire. Appropriato significa adatto, azzeccato, pertinente rispetto a determinate esigenze. Una signorina già svestita in altre occasioni, con indosso dell'intimo di marca, situata a un crocevia con la massima visibilità dev'essere apparsa una cosa appropriata agli occhi del committente della pubblicità incriminata. Alle mamme (mogli) che puntano l'indice, invece, è sembrato l'opposto, visto che ci si avvicina alle feste (sic...?).
L'anulare. Gli automobilisti verrebbero distratti dalla visione. Assistiamo quindi alla manifestazione di un problema del tutto maschile e eterosessuale? Immagino che ci si riferisca al fatto che l'immortalata e mutandata Belen sia considerata l'oggetto del desiderio fantastico di molti ometti sposati alle loro mogli (mamme) inquisitrici. Il presidente del comitato di quartiere si appoggia al potenziale rischio di distrazione degli automobilisti in un incrocio gia pericoloso senza che lo studioapertista di turno (mai sazio di immagini di tette e culi, dopo quelle di cuccioli buffi o eroici) si metta pure a guardare l'intimo di una soubrette. Mi chiedo: se ci fosse stato un Raul Bova? Perché non hanno mai additato il sempiterno cartellone di Beckham/Ronaldo in piazzale Loreto? Mutandati e ricchi di particolari potenzialmente dannosi per la concentrazione di donne (mogli, mamme) al volante e per l'innocente e ingenua integrità delle loro figlie?
Ricapitoliamo?
I bambini subiscono la visione di immagini pubblicitarie che possono turbare il corretto sviluppo dell'immaginazione e dei valori profondi sulla consapevolezza e sul valore del corpo, il proprio e l'altrui.
Il livello di attenzione al volante è basso, basta poco - come la pubblicità di biancheria intima (cosa mai vista prima di adesso) - perché l'automobilista perda il controllo della vettura.
Quando si avvicinano le feste natalizie in cui si celebra la venuta di loro signore sarebbe appropriato utilizzare immagini più consone.
Tra l'indice e l'anulare c'è di mezzo un mare. Di medî.