Visualizzazione post con etichetta blogdroid. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta blogdroid. Mostra tutti i post

mercoledì 2 marzo 2011

doors open on the right

Lo so, manco da molto. O almeno a me sembra molto. Credo di mancare da quando avevo una vita sociale, da quando il lavoro (bellissimo, ganzissimo, adorabile, realizzantissimo e tutto quanto quello che volete) ha smesso di adoperare una scansione temporale tradizionale e "sai quando arrivi, non sai quando vai via" o una cosa del genere; da quando le cose da seguire sì sono moltiplicate per quattro - o almeno tre virgola cinque; da quando devi inventarti quotidianamente un valore. Bene. È da quel momento che vedo la mia vita sociale lasciare il posto a una mesta esistenza bipolare: casa lavoro lavoro casa. Tra i due estremi non c'è alcuna gamma oppure c'è una varietà di stati della medesima stanchezza. Non è solo una stanchezza fisica, è soprattutto in modo di non avere le energie per. Per uscire nelle serate lunedì-venerdì, per tentare di (ri)stabilire dei contatti, prendere treni che pensavi di aver perso, frequentare un rimedio a quella sensazione di abbandono e solitudine che poi sì ciba del suo circolo vizioso: ti senti troppo singolo, vorresti uscire con qualcuno che te lo propone, finisci per (dover) declinare o procrastinare l'invito, torni a casa nella stanchezza e in quel momento senti il bisogno di non stare solo, quindi ti senti solo. E ricomincia. È che le cose ti assorbono, e ti ritrovi a scrivere un post del tuo blog mentre torni a casa, l'ennesima volta, verso la solitudine di un qualche Yellowstone e dei suoi Yoghi e falegnami. Sperando che ci sia qualcuno che come te ha solo bisogno di sentirsi abbracciato.