giovedì 22 novembre 2012
fra indice e anulare
lunedì 29 ottobre 2012
una tesi come un'altra
In teoria il Sistema, inteso come insieme incrementale di intelligenze individualmente situate e collettivamente indirizzate al raggiungimento dell'obiettivo di autoperpetrazione del Sistema che creano, dovrebbe essere più intelligente della somma delle intelligenze.
Invece sembra che qualcosa, nell'algoritmo dell'interazione, si perda, come si disperde il calore in una qualche reazione chimicofisica.
In particolare il Sistema perde la componente della razionalità quotidiana, della strada, del mediocre certo, ma senza superare il mediocre, bensì scendendo di livello, vale a dire di capacità di comprensione della vita nelle sue fenomenologie più immediate.
Ne consegue che, invece di dare risposte a questioni sull'azione dell'esistenza, la complica, rendendosi facile bersaglio di una serrata critica da parte degli attori/componenti, spesso nei termini del comune "com'è che non ci pensano?".
Il Sistema è più stupido. Fa propria la psicopatologia della massa senza occuparsi della saggezza della folla.
Il problema è che una volta creato, il Sistema condiziona modi d'agire e di pensare di chi nel Sistema si colloca. Crea una mentalità di Sistema che si concretizza nelle scelte quotidiane d'azione e di pensiero.
E un Sistema che si dimostra ignorante genera interazioni ignoranti, vuote. Violenta le esistenze, generando violenza, rabbia. E stanchezza.
Il Sistema è un concetto stanco, come i bambini che piangono perché hanno sonno.
martedì 12 giugno 2012
domande senza risposta fanno il discorso nojoso / discriminazione e appartenenza
Spiegami un po': se io vedo una persona e ha un atteggiamento che mi dà fastidio, perché se io penso "frocio di merda" sono tacciato di omofobia o comunque si ritiene che il mio sia un pensiero discriminatorio, ma se lo pensi o lo dici tu, no?
giovedì 22 marzo 2012
l'appiattimento dell'orso

giovedì 13 ottobre 2011
il trogolo
Cari Fabiano e Giancarlo, ho due figlie e vi posso assicurare che l'atto del loro concepimento è quanto di più benevolo la natura possa aver concesso agli uomini (ma voi non potete capire). Non è senz'altro stata benevola con voi gay in quanto vi ha instillato nel cervello i desideri assurdi che violano le sue stesse leggi più elementari.
Nel diritto, oltre che nel buon senso, vige un principio: ognuno può esercitare un diritto fintanto che non leda quello altrui. (...) Pertanto, per me, nulla in contrario se a una coppia di omosessuali vengono concessi diritti legali e patrimoniali di una coppia tradizionale, ma non ammetto che gli venga concesso un bambino (almeno finché non raggiunga l'età del libero arbitrio) in quanto anche lui ha il diritto ad avere un padre e una madre come tutti. Non mi si venga a dire che si conosce una coppia gay più affettuosa di una di divorziati, perché qui si parla di principi generali e non di casi soggettivi.
mercoledì 28 luglio 2010
sociologia dell'ombrellone
lunedì 28 giugno 2010
La mia generazione senza vento
