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venerdì 9 marzo 2012
il lamento del contapassi
martedì 1 giugno 2010
il tempo ritornato

Il tempo lo fa l'abitudine, quindi credo che un modo per non tornare possa essere: non perdere le abitudini che hai costruito altrove. Quelle buone, mantienile: oggi sono andato a piedi a fare la spesa quotidiana; quelle cattive, riproducile: mangiare in continuazione, pica pica. Non so a cosa sono tornato, ma so che non voglio tornare a Milano, non voglio essere qui come se fosse quel giorno di febbraio in cui ho aperto la porta con una valigia. Quanto ci vuole per ricordarsi di quell'altra vita, affinché influenzi questa?
un punto su
flâneurismi,
la città,
teleintimismo
giovedì 10 settembre 2009
urban exploit

L'ho fatto. La mezza idea mi era venuta questa mattina. Prima sono andato a pranzo con D., altra amica di vecchio conio, in zona Duomo, ove ella si impiega lavorando. Questo pranzo era organizzato, non è questo quello che sono orgoglioso di aver fatto. Alle due e dieci ero già libero, in Galleria. Perché non tornare davvero a casa a piedi? Google Maps mi dava, stamattina, un'ora e trentacinque minuti di tragitto, km 7,2. Ce ne ho messi quindici in meno! L'uomo vince sulla tecnologia!
E intanto mi sono goduto tutta via Meraviglia, tutto Corso Magenta, Corso Vercelli, piazza Wagner, via Monterosa, QT8... Strade, negozi, persone, alberi, fontanelle ristoratrici.
Altro che flaneur!
venerdì 14 agosto 2009
urblog
La cara amica C., personaggio fra i protagonisti di questa cosa tipo blog, mi dice: "Sì, sempre bello il tuo blog, ma vorrei che parlasse, non so, della città". Un urbanblog, insomma? Va bene, parliamone. In questi giorni, poi, dieci giorni in vero, la presenza di una sua amica francese, la cara e dolce M., con cui abbiamo rispolverato l'alemanno come lingua della comunicazione, mi ha portato ad accompagnare le entrambedue in giro per questa metropoli che, diciamolo, si chiama Milano. È sempre un'esperienza, girare per la propria città. Mi sento un bambino entusiasta quando racconto che la città è fatta a radianti, con due anelli concentrici, e che quindi, in teoria almeno, non ci si può davvero perdere in un dedalo di vie, basta arrivare su una grande strada, e quasi di sicuro si finirà su una direttrice, su un raggio, oppure su un anello. Poi, è tutto girare. Oppure quando si va sui Navigli e anche al 13 di agosto, con i relativi distinguo, c'è gente. Persone. Luci, happy hour e via dicendo. Percorrere oasi ormai conosciute o anche solo godute-per-quello-che-sono da pochi: i parchi. Sempione, i Pubblici di Porta Venezia, quello della Villa Comunale, insomma. Fermarsi a parlarebbere alle Colonne. Percorrere su e giù el Curs, spiegando che è Buenos Aires, più di Vittorio Emanuele, il Corso per antonomasia.
Roba di sospiri. C'è tanto, tanto da fare, da vedere, da vivere. Sospiri.
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