giovedì 6 agosto 2009

iniziare il viaggio

Oggi una delle mie amiche migliori è partita per un viaggio in India, quello che si suol dire un viaggio dell'anima, di quelli che ti cambiano la vita. O non te la cambiano affatto, anche se credo improbabile che un viaggio lasci indifferente, sia un tour nella tua città, o un viaggio intercontinentale. Lei parte, e io sto qui davanti alla TV a vedere per l'ennesima volta Dawson's Creek, che è come un viaggio dell'anima stando fermi. Quando lo seguii un decennio fa, alla prima messa in onda, avevo 16 anni o giù di lì, e da poco ero consapevole di talune diversità del me. I discorsi di Jack McPhee, che per la terza stagione è ancora un personaggio, erano i discorsi che avrei voluto fare a chi di dovere. Riascoltarli ora, a distanza di anni ed esperienza, è di una tenerezza indescrivibile, mi fa rimpiangere quel senso della scoperta, che ora ha lasciato lo spazio alla speranza di non scoprire niente di nuovo, al desiderio di fermare tutto, di avere una stabilità quotidiana.
Ieri la mia amica C., fulcro della mia leva esistenziale, mi ha chiesto quanti partner avessi avuto. Partner sessuali, s'intende. Molti, e per lo più occasionali. Un bilancio che alla prima impressione non è rassicurante.
Ma questa è un'altra storia, su cui faremo il punto più avanti. Forse.

«Ognuno si limita a definire un gay in base alle persone con cui va... Ma non è questo, è più... una sensazione, uno stato d'animo.» (Ethan)

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