
Giri, giri, giri, periodo di giri. Non so nemmeno più dove sono stato tra giovedì scorso e oggi. Ma so che sono successe un sacco di cose. Con ordine, nel disordine.
Venerdì mattina mi sveglio nel Fottòn di Viuccia e fuori Conciliopoli è innevata. Paura e delirio a Las Tegas. Si parte comunque per Masteria (pron. mastìria), in compagnia della Borgonauta, e si parte con uno zaino assai colmo di cose: il preventivo situazionistico dei giorni a venire prevede infatti la serata in the Hostel, e la sera dopo niente di meno che un aperitivo gay ursino in un posto lontano ma accollabile con tanto di titolone "golOrsi". Sabato sera quindi non si sapeva bene dove il me che sono avrebbe dormito, o se avrebbe dormito, considerato che... Ma non anticipiamo.
La serata della febbre va bene, con Lubi che si ferma con me a Masteria contribuendo anche alla scelta di nuove scarpe per l'inverno: I put some new shoes on and everything's alright! Per le diecemmezza comunque andiamo via da questa Bearlin improvvisata, il risultato è per ora soddisfacente: mi son fatto vedere, ho conosciuto gli organizzatori, alla prossima. Tornati in the Hostel c'è il solito Filottete ad attendermi e contento di dividere delle luppolate, ma incontriamo una losca coppia padreffiglio partenopea: il piccolo si ferma con noi, io e Filottete ingaggiamo una gag di svelamento degli orientamenti e il piccolo Ciro non si scandalizza. Secondo me era voglioso, ai suoi 22, forse gli ho regalato una sega.
Si va a letto, cioè vado a letto, per poco, dalle 2 alle... non lo so, alle 6.49 mi attende un treno per AncoraPiùANord, per l'ennesimo lavoro sovrapponibile. A Masteria, essendo domenica mattina, alle 6 non circola nulla. Vagando, incontro un Bearitono alla fermata dell'autobus che non c'è. Mi approccia simpatico, e andiamo per quella mezz'ora da lì alla stazione, chiacchierando con i prevedibili limiti di una chiacchierata alle 6 del mattino di un giorno freddo e umido a dicembre nella bassa veneta. Lui è del suddammerica, e mi ricorda quel personaggio di Doson's Cric che incontra Gek sul bus e gli fa: "Oh, cos'è, mi hai trovato col tuo radar?". Infatti, pochi minuti dopo, sullo stesso treno verso una città sulla traiettoria medesima e comune, mi dice: io ho vissuto a Berlino con il mio compagno, ci siamo sposati quest'anno. Carini, carini, carini. Commozione e mestruo emotivo. Ci scambiamo le email, il mio viaggio finisce qui. Ora c'è solo la solitudine da lì alla meta, il freddo che entra nelle ossa per il poco sonno consumato, i crampi allo stomaco e le vesciche per le scarpe nuove. Alle 9.30, non so come ma sono a Pseudocrucconia, pronto per lavorare. La sera mi addormento a casa della Valchiria, poi usciamo e io mi sento la febbre, ho i brividi e andiamo a vedere Almodovar al cinema. Io tremo, sono a digiuno, ho sonno e vorrei una tachipirina. E invece a casa, è mezzanotte e mi cucina dei tortellini.
La mattina dopo è già quella di ieri, sono in forze, ho un paio di guanti nuovi, e tanta voglia di fare. Soprattutto, mi alzo con la voglia di andarmene da tutto questo.
Sono un vagabondo, appena posso. E ho potuto.
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