Una inutile precisazione. Sono tre i motivi che mi spingono a chiedere/accettare una friend request su Facebook.
Innanzitutto, l'amicizia, intesa come sentimento del legame nell'eventualità del progetto; in altre parole, persone che reputo amiche e con cui ho da scambiarmi anche solo un like ogni tanto, ma della cui esistenza per me è importante seguire ogni sviluppo, perché sento che ha a che fare con la mia. Anche via Facebook. La seconda categoria di contatti è quella della vicinanza, della conoscenza generale che può da un momento all'altro generare interessanti scambi, gente da tenersi buona, che male non fa (vecchi compagni di scuola, il cugino dell'amico del testimone...) Infine la terza categoria, la più interessante nella riflessività delle mie riflessioni allo specchio del blog, quelli che rientrano nella pure e semplice contemplazione del bello, individui con facce che voglio vedere tra le pagine del mio libro, gineprai di curiosità indolente to poke quando capita, scambiarsi due parole e chissà.
Insomma ci sono quelli sempre, quelli ogni tanto e quelli sai mai. Il tutto nell'incredibile caleidoscopio delle categorie, perché nessuno vieta di passare da un insieme all'altro. E così, la tripartizione è compiuta hegelianamente, Gallia est omnis divisa in partes tres e io ho saziato la mia vanità da scrittore. La mia coscienza contempla beffarda l'autoreferenzialità del tutto.