Successe così, che la penultima sera a Barcelona, era due domeniche fa, congedammo l'amico messicano, che il giorno dopo si sarebbe riportato alle sue terre con mestizia. E che si era fra i soliti amici, la nostra personale Barça, andando di guacamole e dolce di riso, e birra e sangria e via dicendo, le cose che si fanno così in questi momenti per dire. Ad un certo tempo apparvero, inaspettati, due amici colleghi compagni di qualcosa del congedantesi, belli tedeschi barcellonizzatisi, colpi di fulmine serviti su piatti di argento lucente. La conversazione con entrambi fu piacevole, nel tentativo di contenere il mio slancio carnale ed emotivo, e si finì in grosse risate e saluti, e insomma addio non ci rivedremo più, magari due risate sulla rete sociale. Come poi avvenne, che uno dei due accettò la mia richiesta di un contatto anche solo virtuale, e io ero contento secondo una logica del numero, al che lo salutai adducendo come argomentazione la storia dei filtri di corno di mammuth, che tanto ci aveva unito nella naturale disunione dei nostri rispettivi desideri quotidiani. Ora non è più mio amico. Mi chiedo se salutare non sia ormai diventato un affronto imperdonabile.
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